Sì, la notizia è un altra. E per le cose seriose, vi rimando direttamente al lungo post del Byb.
Però io volevo sottolineare (e in parte citare) quanto già fatto notare dallo stesso Byb alla fine del suo post.
È stato reso pubblico il piano della futura amministrazione Obama. Ovviamente è comparso anche sul sito. Non più BarrackObama.com, ma su change.gov.
Ora, il Presidente è stato scelto. E ora non di deve comunicare il nome, la persona. Ora si deve comunicare il cosa, il come. Ora si deve agire, operare, cambiare. E in tutto questo il Presidente, per quanto importante, passa in secondo piano.
Un sito realizzato a tempo record, con la solita classe e gusto del vecchio.
Non solo comunicazione “dall’alto”, ma anche una minima possibilità di interazione. Quel “Tell us a story” che campeggia nella home, quel Submit your ideas alla fine del post che riassumeva i risultati dell’incontro del team che si occuperà di energia e ambiente, il blog aggiornato anche più volte al giorno e un “Apply now for a job” alla Casa Bianca o in qualche dipartimanento per una non-carreer position.
Boh. Pazzesco.
E il paragone con la situazione italiana… lasciamo stare..
I nostri politici conoscono blog solo per il DDL “Anti-blog”.
Forse. Magari non hanno neanche letto quel decreto legge.
Lore, forse al terzo paragrafo hai scritto Bush invece di Obama?
Se ho capito male scusami!
ARGH!
Corretto, grazie.
Forse devo rileggere i post, prima di publicarli, soprattutto quando faccio notevoli stravolgimenti rispetto alla prima stesura. ù.ù
ma ti pare che i nostri parlamentari leggano le proposte di legge?
suvvia! non ne hanno ne il tempo (doveno lavorare: sono quasi tutti liberi professionisti) ne il bisogno (le direttive di partito dicono, l’onorevole obbedisce)